mercoledì 5 settembre 2012

Il cavalluccio marino


Si sforza in ogni modo il cavalluccio
marino di rimanere dritto,
imperterrito e dritto, verticale
pur in quel mondo agli occhi suoi bislacco
e orizzontale, lui testa di cavallo
e ricciolo di viola, dentro il mare
si sente perso, troppo aristocratico,
simbolo d’avvio pentagrammatico
tra muti e sordi, timido residuo
di un’età ancestrale, fossile
eppure vivo, cosa ci faccio
io, dice, cullato da quest’onda
distratta, io acrobatico, mi sembra
di correre lontano e invece mai
arrivo, troppo schivo
per mostrare agli altri la mia danza,
dondolando sulla coda ballo
in un mio ritmo banale endecasillabo.




(da Confidenze da un luogo familiare, Campanotto 2010)

Nessun commento:

Posta un commento