martedì 25 ottobre 2011

La balena guadagna a stento il largo

La balena guadagna a stento il largo,
affaticata dall'enorme peso
del suo corpo condanna. Si immerge lenta
e non sa pensare
che il tributo che deve oggi alla vita
è come sempre ritornare a galla
a respirare.











(da Se fosse pronto un cielo, Il Catalogo, 1991)

2 commenti:

  1. Esimio Autore,a nome delle balene, orche megattere &C. vorrei renderle noto che il nostro corpo da cetaceo non è più pesante di qualunque altro corpo immerso nell'acqua che riceve una spinta dal basso.....come certo Lei saprà meglio di noi. Lei vede in questa nostra mole una condanna, dimenticando a quanti fummo ricetto e nido, da Giona a Pinocchio........Lei vuol forse non troppo allegramente allegorizzando alludere allo scender in profondità, che allontana dal semplice atto di respirare che tutti ci affratella? E' un Suo punto di vista, egregio. Dimentica però il festoso tributo alla vita, all'allegria e alla gioia che noi esprimiamo, quando di coffa in coffa s'alza il grido di giubilo: "Soffiaaaa! Soffiaaaa"
    Alba "Moby" de Felice

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  2. Cara Balena,
    so che i suoi simili sono contenti del proprio corpo e sanno essere felici per il posto che è stato loro accordato, ma io intendevo soprattutto far emergere il peso della presenza in un mondo che non sembra più essere fatto per loro. Le balene appaiono residui di una dimensione ancestrale, che stenta ora a trovare spazio. Che fossimo anche noi, alcuni di noi, le balene?

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