domenica 2 ottobre 2011

Caproni: un bicchiere, una stringa


In una conversazione della prima metà degli anni Sessanta, raccolta da Ferdinando Camon nel prezioso volume Il mestiere di poeta, pubblicato allora presso l'editore Lerici e poi riedito nel 1982 da Garzanti, Giorgio Caproni afferma che l'unica “linea di svolgimento” che è possibile intravedere nei suoi versi è “la linea della vita”: “il gusto sempre crescente, negli anni – dice -, per la chiarezza e l'incisività, per la 'franchezza', e il sempre crescente orrore per i giochi puramente sintattici o concettuali, per la retorica che si maschera sotto tante specie, come il diavolo, e per l'astrazione dalla concreta realtà”. A rendere più esplicito il concetto aggiunge: “Una poesia dove non si nota nemmeno un bicchiere o una stringa, m'ha sempre messo in sospetto. Non mi è mai piaciuta: non l'ho mai usata, nemmeno come lettore”.
Anch'io ho difficoltà come lettore a intrattenere un rapporto sereno con tanta poesia che ama perdersi in fumi e nuvolaglie, in preziosismi che mirano a rendere opaca la vita che la poesia dovrebbe invece in qualche modo mostrare. Molte volte un dettato difficile, quando non propriamente astruso, una lingua oscura e ricercatamente introversa, nascondono una confusione che non si districa, una realtà che non ci appartiene.
Come poi non amare il riferimento al bicchiere e alla stringa? I bicchieri con la loro trasparenza gocciolante, l'eleganza semplice e necessaria, il rifiuto di ogni ornamento artificioso. Le stringhe: l'umiltà familiare, il senso di qualcosa di esterno da noi ma insieme dolorosamente ed affettuosamente intimo.

2 commenti:

  1. L'intimità poetica non si propone di stupire,ma di coinvolgere emotivamente.Ciò significa che le parole hanno già una loro bellezza intrinseca,riconoscibile da tutti,perchè tutti coinvolti a vivere ed esprimersi.Il linguaggio dell'anima,dunque,non esordisce in un' elaborata costruzione lessicale,ne tanto meno nello stereotipo dei superlativi,dell'amore e di tutte le dannazioni di cui l'uomo è capace.La poesia vive della forma umile del sentire quotidiano.Che, nulla toglie all'Oceano delle emozioni, anche essendo,questo,solo un comunissimo bicchiere d'acqua.

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  2. concordo in pieno, è la linea della vita a doversi delineare all'interno dei versi, se si perde l'ancoraggio alle cose della vita, il palloncino della poesia è destinato a volare in assoluta solitudine

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