E' considerata utile in
questi anni più di ogni altra cosa la tecnologia, in particolare
applicata alle comunicazioni, e poi la genetica, che può dirci come
sarà la nostra vita, prevedendone e risolvendone i problemi. Sono
utili i farmaci, la beneficenza, la stravaganza quando è combinata
alla moda, l'economia, i mercati finanziari, le statistiche, i
sondaggi, tanto che attraverso un sondaggio potremmo capire cosa è
ritenuto veramente utile al giorno d'oggi.
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Foto Elisabetta Scarpini |
E' da disprezzare, perché
grandemente inutile, la capacità di impostare i problemi, senza poi
risolverli, e con essa il pensiero che si sviluppa in lucide trame
che non portano in nessun luogo concreto. Sono in fondo ritenute
inutili la fisica astronomica, la filosofia, la poesia. E' da
sfaccendati passeggiare senza avere una meta, che so dimagrire o
raggiungere un negozio per un acquisto, nel quale ultimo caso si
parla di shopping. E' del tutto inutile scrivere, se attraverso
l'atto della scrittura non si comunica qualcosa di concreto o si
cerca di fare un po' di soldi (per esempio scrivendo un libro di
ricette di cucina, un romanzo di successo, una guida su come
risparmiare). Sono molte le cose che vengono considerate inutili:
tutte quelle che non portano un giovamento tangibile a se stessi,
qualche volta agli altri, almeno nelle forme in cui siamo disposti a
figurarceli.
Nell'opinione comune la
velocità è utile, la lentezza inutile; la precisione è utile, la
vaghezza inutile.
La poesia, che pure è
massimamente inutile perché non risolve nessun problema e non
comporta per chi la pratica, ma nemmeno per chi la legge,
miglioramenti concreti, potrebbe in quest'epoca di velocissime
tecnologie e di puntuali sondaggi, ritagliarsi un proprio piccolo
spazio di utilità. La poesia, che sa essere estremamente rapida e
dovrebbe essere per definizione precisa e rigorosa, potrebbe essere
strumento privilegiato alla diffusione dell'idea che le cose inutili
sono oggi necessarie alle nostre esistenze, perché ci permettono di
rallentare, di errare prima di raggiungere la meta (pratica che può
risultare utilissima al fine di una scoperta casuale), ci danno modo
di spostare lo sguardo, di sviluppare nuove visioni, tutte cose che
alla lunga potrebbero risultare grandemente utili e concrete.
Bisogna però che i poeti
del nuovo millennio si sforzino di considerare la poesia non come
pura astrazione, come atto avulso da ogni contesto e libero da un
interlocutore, privatissima esternazione, e ne avvertano invece la
straordinaria forza comunicativa.
Troppo spesso l'assioma
della inutilità della poesia è un alibi per restare chiusi nel
recinto, per continuare a parlare solo a se stessi, per sentirsi
quelli che hanno raggiunto la verità o che potrebbero farlo solo in
quanto poeti. L'inutilità della poesia permette ai poeti di sentirsi
appagati, di non aver bisogno degli altri, nemmeno dei lettori.
Ma se così fosse, se la
poesia conducesse alla verità e ad una condizione di soddisfazione e
completezza almeno per chi scrive, essa allora sarebbe considerata
utile.
La poesia, come l'arte, è completamente inutile ma va benissimo così, lo dico sempre ai miei studenti soprattutto a proposito dell'antistoricismo di Montale. La storia (anche della letteratura) non è magistra di niente che ci riguardi, e in quanto tale è perfettamente inutile. Porre il criterio dell'utile applicandolo alla letteratura è fuori luogo. A parte il fatto che neppure è vero che la letteratura è inutile, in quanto è uno strumento di conoscenza, a sua volta forse inutile. Ma finché si vive la conoscenza serve, come è utile il tutto, ma il vivere stesso di per se stesso è inutile. Sono riflessioni insomma che è sempre bene sviluppare cercando di porre queste categorie dall'estetica all'utile in maniera dialettica. Sdf
RispondiEliminaLe cose utili sono necessariamente immerse in un presente vitale e pragmatico, le cose inutili ( come la poesia) vivono solo dentro una dimensione di atemporalità, per questo motivo le "utili" si dissolvono nel tempo mentre la poesia continua a vivere galleggiando sopra e al di là di esso.
RispondiEliminaEmma Pretti
E' vero però che la poesia vive anche nel tempo, non è astrazione, parla di oggetti concreti, di umori e sentimenti che variano con il trascorrere del tempo.
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