Francesco Napoli è un
acuto critico letterario da anni attivo nell'ambiente milanese, che
ha concentrato la sua attenzione in particolare sulla poesia italiana
degli ultimi decenni. Impegno già di per sé meritorio, se si
considera come la poesia, e in particolare quella contemporanea, sia
un luogo comunicativo ed espressivo poco indagato e comunque
considerato marginale e, quasi per definizione, lontano dagli
interessi del pubblico e degli editori. Dei precedenti libri di
Francesco Napoli vanno ricordati almeno l'antologia delle Poesie
di Alfonso Gatto, da lui curata per i tipi della Jaca Book, e per la
stessa casa editrice il più recente Novecento prossimo venturo,
edito nel 2005, che contiene una serie di conversazioni
critiche con alcuni tra i maggiori poeti contemporanei.
Alla produzione lirica
di questi anni è dedicato anche l'ultimo lavoro di Napoli, Poesia
presente. A pubblicarlo è
Raffaelli Editore, nome anch'esso degno di apprezzamento per la
considerazione che da sempre dedica alla poesia.
Il
libro di Napoli tenta con successo una prima sistemazione storica
dell'esperienza poetica degli ultimi decenni, partendo dall'assunto
che il panorama risulta estremamente vivo, ma altrettanto frammentato
e dunque di difficile ordinamento in categorie. Innanzitutto l'autore
si pone il problema di definire i limiti del Novecento, al fine di
circoscrivere il proprio raggio d'azione. Se il Novecento in poesia
parte con la pubblicazione de Il porto sepolto
di Ungaretti nel 1916, dunque nel pieno di quella Grande Guerra che
può essere considerata anche l'inizio della vicenda storica del
secolo breve, la conclusione invece anticipa di diversi anni il
crollo del Muro di Berlino. La poesia italiana chiude il suo conto
con l'avventura novecentesca, scrive Napoli, ben prima dello
stravolgimento prodotto dalla caduta dei regimi dei paesi dell'Est:
nel 1975, che è poi l'anno di pubblicazione de Il pubblico
della poesia, la ben nota
antologia curata da Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli, a cui
farà seguito, tre anni più tardi, un'altra raccolta antologica,
quella de La parola innamorata,
a cura di Giancarlo Pontiggia e Enzo Di Mauro, nella quale troveranno
posto alcuni dei poeti che saranno tra i più attivi nei decenni
successivi. Per Napoli si è verificato proprio a partire da queste
due pubblicazioni una sorta di “sommovimento tellurico” che
“scuote dal profondo la nostra poesia, giungendo a mutarne
l'orografia”.
Questo
profondo sconvolgimento si spiega innanzitutto con la “fine di ogni
scuola dominante a favore di un'estrema e del tutto nuova pluralità
di voci di salda tenuta”. Ne deriva che “la koinè letteraria e
linguistica, fino ad allora sempre compatta e voluta tale anche dalla
Neoavanguardia, si sfarina in un pulviscolo assolutamente unico e mai
visto per la nostra poesia, senza danno alcuno per gli esiti”.
E'
proprio all'interno di questa pluralità di voci vivace e
interessante che Napoli ci accompagna in un percorso scandito in
decenni, nella convinzione che non si possa parlare di scuole e
correnti, quanto piuttosto lasciare ai singoli poeti, alla loro
produzione significativamente antologizzata nel volume, la
possibilità di dare conto di questa produttiva frammentazione.
Il
volume si divide in tre parti, ognuna dedicata a un decennio (Anni
Settanta, Ottanta e Novanta), con una scelta di testi (27 gli autori
antologizzati), introdotta da un ampio e documentato approfondimento
critico, che permette di ripercorrere le vicende della poesia
italiana contemporanea sulla base di un repertorio di notizie e di
informazioni utili sia per gli addetti ai lavori che per i lettori e
gli appassionati. Napoli lavora questo materiale sulla scorta del suo
rigore critico, ma anche grazie alla diretta conoscenza dell'ambiente
letterario e degli stessi poeti, in qualche modo dunque partecipe,
semmai con qualche maggiore attenzione alla sponda milanese, ma senza
mai tralasciare anche le esperienze poetiche della provincia,
peraltro tradizionalmente numerose e significative. Poesia
presente è dunque un libro che
giunge a colmare uno spazio fin qui lasciato vuoto e che permette una
prima sistemazione storica dell'interessante e vivace produzione
poetica dei decenni di passaggio verso il nuovo millennio.
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