Mangio non mangio forse addento solo
finocchi gratinati, un pomodoro,
o bietole lessate e cavolfiore,
ma se non mangio io non mi consolo,
divento triste per perdere tre etti,
allora è meglio un piatto di spaghetti
alle vongole, una parmigiana
di melanzane, il fiano di Avellino
servito fresco a riempire il mio
bicchiere. Senza
sentire un sapore familiare, presto
mi stufo, mi arrendo alla bruttezza,
cambio colore, mi sento un vegetale.
Dovrei rinunciare alle passioni
per sembrare un uomo giudizioso, ma
preferisco
essere animale, senza criterio
davanti a un vino rosso, ozioso.
(da Confidenze da un luogo familiare, Campanotto Editore, 2010)
un bel ritmo e un bel lessico colorato, fa venire fame e sete, il massimo del risultato per una poesia
RispondiEliminaEd io caro Giuseppe già mi esalto
RispondiEliminaal pensier d'una scura doppio malto
e mi rende appagata, mi consola,
un bel piatto di gnocchi al gorgonzola
ma...caro amico, mio padre ha già cent'anni
ed io sì giovane già soffro di affanni
non è questione d'asser giudizioso
ma questa vita è un quid troppo prezioso
sacrifico la pizza, rinuncio ai maccheroni
voglio altri cinquant'anni ma di quelli buoni
mi sazierò di musica, di boschi e di poesia
ma non vo' che la ciccia freghi la vita mia.
susy
Mah, anche una bella passeggiata mette fame e sete, io francamente alla poesia chiederei altro: basta coi metricisti all'amatriciana.
RispondiEliminabella e piacevolissima . Pino Forestiero
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