Una mia poesia tratta da La vita dei bicchieri e delle stelle (Campanotto, 2013). Fa parte della sezione L'anima.
Il corpo sa di sole e di salmastro,
l'anima afflitta attende in zona
grigia,
rannuvolata sterza in coni d'ombra
e non è mai abbronzata, pare stinta
in posa da malata speculante,
anima ottenebrata e respingente,
pensa da sempre ad altro, s'aggroviglia
in contorsioni, in ginniche flessioni
cogitanti,
cerca rifugio alle eccitazioni,
a fasci luminosi e radiazioni.
E pure quando il corpo sta disteso,
vorrebbe rilassarsi in pieno sole,
un po' afflosciato, col muscolo
sapiente
addormentato, il respiro assonnato,
lei vigila e vaga diffidente,
controlla il territorio, soprintende
in preda a una nevrosi meditante.
Il corpo lui vorrebbe rimanere
ad arrostire, l'anima febbrile
lo ghiaccia a spruzzi di risentimento:
lui cerca pace e lei condanna al vento,
gli ricorda l'età, le malattie,
le macchie sulla pelle, i raggi uva.
Lui ancora cerca il centro della scena,
lei
è pronta coi rimorsi e con la crema.
Capacità definitoria e naturalezza del verso e dell'immagine . Un gran bel testo , pienamente risolto .
RispondiEliminaGrazie -
leopoldo attolico