E' un mondo animato da
personaggi che si muovono lentamente, quello che si compone nelle
pagine de Il professor Fumagalli e altre figure, di individui
che vivono, senza grandi scosse, un'esistenza non segnata dagli
affanni e dagli impegni frettolosi che la quotidianità impone, ai
margini anzi del vivere quotidiano, pur senza essere emarginati; un
mondo dove si rappresentano epifanie accennate, forse nemmeno
veramente accadute, che nulla comunque aggiungono e nulla risolvono.
Sono personaggi che riemergono dalle sacche della memoria,
improvvisamente nitidi, o che si materializzano nella indeterminata
consuetudine della strade percorse tutti i giorni, senza che nulla
lasci intendere il perché della loro comparsa o possa evitare il
ritorno nella nebbia che loro appartiene, con la stessa vaga
improntitudine che ne ha segnato l'arrivo.
Giampiero Neri |
Il poeta Giampiero Neri,
classe 1927, dopo la prova di Paesaggi inospiti, e in sintonia
con le precedenti raccolte, ci propone ancora un universo di
avvenimenti piccoli, messi a fuoco con cura speciale dei dettagli. Il
gusto per il particolare, l'accanimento con cui si disegna il gesto
minimo, non preludono, come ci si potrebbe aspettare, ad un quadro di
insieme risolutivo, ma tendono a suggerire che una soluzione manca,
che oggetti ed eventi non hanno un posto fermo nella nostra
ricostruzione, che rimane comunque inappagato il tentativo di
ordinarli e spiegarli. Insomma, malgrado gli sforzi, non ci è dato
capire il senso delle presenze che compongono la nostra vita, né
dove portano le nostre azioni, dove il susseguirsi, spesso incauto,
degli avvenimenti.
Il professor Fumagalli
e altre figure è una raccolta
di prose, se si escludono le poche poesie in versi peraltro già
presenti in Paesaggi inospiti
e che dunque col precedente volume sembrano voler segnalare un legame
di continuità. Si tratta comunque di prose brevi e dall'evidente
intento poetico, a cominciare dalla divisione in strofe e
dall'andamento fortemente ellittico, che produce sempre una
deviazione da ogni ipotesi di racconto lineare.
Nel
mondo di Giampiero Neri infatti i movimenti sono impercettibili e
sembrano avvenire senza corrispondere ad una volontà che li
determini, aprono spesso voragini che alimentano il dubbio che non
esista una composizione possibile e che nella realtà le assenze
siano a volte più significative delle presenze; ci fanno crollare in
precipizi in cui le certezze si infrangono contro l'evidente
casualità dell'esistenza. E' quanto appunto suggeriscono i versi che
concludono il volume, che insieme alla poesia posta ad inizio della
raccolta compongono una sorta di cornice: “Di quella fontana stile
Novecento / che doveva durare / oltre le nostre vite / si è persa la
traccia / morta con la sua epoca breve. / Era ridente nella sua
rotondità / spensierata all'apparenza, / finita chissà dove”.
I
“paesaggi inospiti” che si delineano in questa raccolta sono
spesso d'ambientazione cittadina, strade dove non ci si incontra o
dove il silenzio prevale sulla comunicazione. Per esempio in una
prosa si descrive il poeta che incrocia ogni sera un signore anziano,
con il quale finalmente una sera scambia il saluto e poche battute di
dialogo, fino a presentarsi per scoprire che anche l'altro porta il
cognome Neri: “Non l'ho ancora rivisto, l'avvocato Neri. Volevo
chiedergli qualche consiglio. Non so perché, mi sembra un uomo
saggio. Ma qui a Milano basta girare l'angolo e non si conosce più
nessuno e l'avvocato Neri, chi lo conosce?”.
Il
linguaggio, sempre asciutto ed essenziale, ritrae paesaggi e
personaggi di grande chiarezza, e riesce ad isolare il mistero, non
per spiegarlo, ma per disporlo con grande e disarmata tranquillità
dinanzi agli occhi del lettore.
(pubblicato su Giudizio Universale)
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