Davide Castiglione è un giovane poeta, nato ad Alessandria nel 1985. Nella raccolta d'esordio Per
ogni frazione, pubblicata per i tipi di Campanotto Editore, ci
rappresenta una realtà frammentata e disuguale, dove il compito
della poesia è quello dell'improbabile tentativo di ricondurre il
mondo ad unità. Ma il paesaggio, un ambiente cittadino spiazzante
nella sua evidente mancanza di senso, si ribella ad ogni disegno,
devia continuamente da ogni ipotesi di pianificazione e di stabilità.
Così avviene nella sezione sintomaticamente titolata “Sensi della
piazza”: “Il vento, se fa tanto, lascia che i panni oscillino, /
mai imparata l'urgenza di tenersi o andare”, o ancora “Che questa
geografia rimanga uguale ripresa dall'alto, / moltiplicata al più:
questo ho sperato per reggere il pensiero / questo ho sperato
soppresso dal pensiero. Tutto piano, / spento ogni dissidio perché
enorme e remoto per sentirlo”.
Nessuna epifania è
possibile, nessuna ricomposizione è plausibile, anche se il miracolo
sembra dover avvenire, sembra che improvvisamente l'incontro possa
accadere, che l'abbraccio con l'altro, la conoscenza reciproca siano
finalmente una soluzione. Ma è il poeta stesso a non credere fino in
fondo a questa composizione “sarà la paura di urtarsi / pari al
desiderio di urtarsi, / sui marciapiedi un vestirsi a sorriso / che
più eccede e più lascia // nudi: così, per non sentirci / assenza
o incrocio mancato, / gente a passarsi in mezzo, / in vetrina, a
passare, a non conoscersi”.
Date queste condizioni,
è inevitabile che Davide Castiglione scelga un respiro frantumato,
una lingua comunque colta e dal solido impianto letterario ma che si
manifesta spesso per schegge e frammenti. O finge un carattere
improvvisamente prosaico, quasi narrativo, salvo poi immediatamente
contraddirlo con repentini scarti sintattici, con spostamenti
temporali e logici, che specchiano il fuorviante non senso
dell'esistenza.
Centrato, sintetico, ben argomentato. Sottolineo in particolare le annotazioni del periodo finale:
RispondiElimina"Date queste condizioni, è inevitabile che Davide Castiglione scelga un respiro frantumato, [...] O finge un carattere improvvisamente prosaico, quasi narrativo, salvo poi immediatamente contraddirlo con repentini scarti sintattici, con spostamenti temporali e logici"