tag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post3632359512694001539..comments2023-08-21T23:07:23.712+02:00Comments on mosche in bottiglia: Dopo gli OssiAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/07039362642070482308noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-52023551299046484902012-11-06T12:34:10.836+01:002012-11-06T12:34:10.836+01:00Questi giovani, invece, hanno dovuto imparare a ve...Questi giovani, invece, hanno dovuto imparare a velocizzare il pensiero, a rispondere a test in pochi secondi, e se non lo fanno, forse non accederanno mai all’Università o non otterranno mai un posto di lavoro; se non sono in grado di dimostrare la propria cultura apponendo una croce sul quadratino di un test in cui gli viene chiesto chi ha vinto il festival di Sanremo o il giro d’Italia in un certo anno, non potranno aspirare a diventare insegnanti, medici o ingegneri! Insomma a queste vittime della sottocultura dilagante hanno inculcato il concetto che la cultura non è il frutto di uno studio costante, magari anche ,“ matto e disperatissimo”, ma una somma di informazioni per la maggior parte apprese dai mass media, che messe insieme e, una volta fagocitate nei loro circuiti neuronali, costituiscano il loro solo, esclusivo, bagaglio culturale; “l’ha detto il telegiornale o il tal programma” continuamente sentiamo dire; una notizia riferita nei tg o nel lavacro mediatico (assolutorio) di Vespa o una storia costruita ad arte, con falsi protagonisti, nel “lacrimatoio” della De Filippi, avvalorata sempre dal conforto di una claque prezzolata e plaudente a comando, acquisisce immediatamente il requisito della verità inconfutabile, come se ci trovassimo di fronte all’oracolo di Delfi o fossimo tutti ancora fedeli al motto della famigerata propaganda nazista: “ripetiamo una bugia cento volte, così essa diventerà realtà”! Tra l’altro, questi giovani sono ignorati anche dal potere politico, le vecchie scuole di partito che una volta selezionavano le più belle e fertili intelligenze, sono andate via via scomparendo; negli ultimi decenni sono diventate dei cast dove si veniva scelti non più per i meriti o per la conoscenza delle dottrine politiche e della letteratura, ma in base alle misure dei seni e del giro vita per le donne, e per i maschi dall’indice di flessibilità della colonna vertebrale non inferiore “ per statuto “ ai 90 gradi. E’ vero se la poesia, la cultura in generale, come un impulso nervoso percorresse i dendriti di ciascuno di noi e li collegasse ognuno in un circuito globale, allora sì, ci potremmo salvare! Ma allo stato attuale delle cose, non si può che non essere profondamente pessimisti; non ci resta che affidarci alla speranza! “O speranze, speranze; ameni inganni” diceva il nostro caro Leopardi.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09248166554847346455noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-33033024805783250242012-11-06T12:23:53.341+01:002012-11-06T12:23:53.341+01:00Ci siamo spesso chiesti perché la poesia, la più a...Ci siamo spesso chiesti perché la poesia, la più alta forma di comunicazione, l’unica che arriva direttamente al cuore, fosse così poco amata dai giovani; anche se, ad un primo impatto si è indotti a credere che essi stessi, magari per superficialità o scarso impegno, siano i maggiori colpevoli, una analisi più pacata e riflessiva ci induce a considerare che, forse, essi non sono altro che le vittime predestinate di una società che, plasmata dal “pensiero unico”, gli ha costruito addosso modelli comportamentali obbligati. Purtroppo, essi stanno vivendo un’epoca di grande degrado culturale, un’epoca in cui si è passati dalla civiltà dello “studio” a quella della “visione”, dalla civiltà della “lettura” a quella della “comunicazione mediatica globalizzata”; si allontano migliaia di chilometri dal posto in cui risiedono e si accorgono che non cambia assolutamente niente, gli stessi stili di vita, gli stessi consumi imposti dall’alto, gli stessi “brand” che hanno visto sotto casa; sono stati costretti a passare dalla serena razionalità del ragionamento deduttivo, riflessivo, alla impulsività del pensiero “lampo”; a tutto la risposta deve essere immediata, nel segno dell’efficientismo mentale!.. Ma una poesia ha i suoi tempi, é lenta, cerebrale, per apprezzarla bisogna leggerla più volte, magari declamarla ad alta voce per coglierne appieno l’armonia delle parole, il suono dolce dei versi che si susseguono in rima; anche l’ambiente deve essere adatto per poterla apprezzare; basti pensare a ciò che ci suggeriva Calvino in proposito: “ Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa……..Prendi la posizione più comoda, seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato…….sul letto o naturalmente dentro il letto…….distendi le gambe, allunga pure i piedi sul cuscino, su due cuscini….Togliti le scarpe prima……..Regola la luce in modo che non stanchi la vista….fa in modo che la pagina non resti in ombra….sta attento che non le batta addosso una luce troppo forte….cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d’interrompere la lettura……..” segue Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09248166554847346455noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-69525045247417915222011-11-11T14:34:15.220+01:002011-11-11T14:34:15.220+01:00Fede e poesia non s'insegnano e,forse,si stann...Fede e poesia non s'insegnano e,forse,si stanno smarrendo entrambe,per lo stesso motivo:la scuola è ,sempre meno,luogo di coinvolgimento e passioni.Ciò significa che i ragazzi non trovano terreno fertile per sviluppare la semplice conoscenza di queste tematiche e,quindi,di un'importante funzione umana,storico-sociale,in grembo alla società ed ai suoi valori etici.Una sorta esplicita d'individualismo centrato sulla sola apparenza superficiale e materialistica dell'ego e,la poesia, ha un suo ruolo ben preciso,che non può scendere a compromessi.sonia trihttps://www.blogger.com/profile/06280008243758584206noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-78245256850388088812011-11-10T16:49:25.755+01:002011-11-10T16:49:25.755+01:00è esattamente così, ed è questo uno dei motivi per...è esattamente così, ed è questo uno dei motivi per cui la poesia risulta una roba indigeribile, la scuola fa di tutto per non farla amare prima di tutto con la coercizione, una cosa per obbligo difficilmente risulterà gradita, poi con i metodi di studio: commenti, parafrasi, trascrizioni in prosa, che significa snaturare la poesia, infine con la lontananza, la distanza temporale e mentale dai nostri giornipaolo p.https://www.blogger.com/profile/11170592313678293179noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-7620288570762959742011-11-10T13:29:54.659+01:002011-11-10T13:29:54.659+01:00sottoscrivo entrambi i postsottoscrivo entrambi i postliviahttps://www.blogger.com/profile/17410999586590718579noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-58412646764096493942011-11-10T13:15:50.276+01:002011-11-10T13:15:50.276+01:00Pienamente d'accordo. Aggiungerei comunque div...Pienamente d'accordo. Aggiungerei comunque diversi altri nomi di "sconosciuti". Il mio intervento intendeva proprio sollevare questo problema.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/07039362642070482308noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3266004903939594771.post-45802114192799052452011-11-09T19:15:03.744+01:002011-11-09T19:15:03.744+01:00In realtà, il problema è molto più grave: molti IN...In realtà, il problema è molto più grave: molti INSEGNANTI non conoscono poeti come Zanzotto, Caproni, Bertolucci, Luzi, Fortini, Giudici, Sereni; non conoscono le loro opere, e spesso nemmeno i oro nomi. E stiamo parlando di autori nati negli anni '10 o '20 del secolo scorso, le cui opere principali sono uscite negli anni '40, '50 e '60 e che sono ormai entrati nel "canone" del Novecento italiano.<br />Di Milo De Angelis, Valerio Mgrelli, Maurizio Cucchi, ecc. ecc., meglio non parlarne nemmeno (e parliamo comunque di autori che hanno ormai abbondantemente passato la cinquantina).sergio pasquandreahttp://ruminazioni.blogspot.comnoreply@blogger.com